Dall’Extra omnes all’Habemus Papam.
Gesù disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5, 1-11). Gesù si rivolse a Pietro parlando in aramaico. Le sue parole ci sono giunte in greco, ma hanno fatto la loro fortuna in latino: “Duc in altum”, prendi il largo; è diventato il motto di tanti. “Duc in altum” è un semplice invito a scostarsi dalla riva, ad andare in acque più profonde, ma nella tradizione cristiana è diventato il simbolo di un avventurarsi fiducioso nel mare della vita, dell’abbandono delle sicurezze date dalla riva, dalla terra ferma, per lanciarsi in maniera coraggiosa nell’annuncio del vangelo; ciò che fa ogni missionario che sceglie questa strada. È Gesù che invita ad affrontare il mare aperto. Pietro, pescatore esperto, avrebbe potuto contestare quel maestro che di acque e pesci non se ne intendeva affatto. Ma non era un maestro qualsiasi, era il Maestro. “Sulla tua parola getterò le reti”. Pietro si fida, al di là di ogni logica. Ci fidiamo anche noi, qualunque cosa ci chieda pronti a prendere il largo, che sia il Maestro o che sia il suo Vicario in terra: Leone XIV. La figura del nuovo Pontefice è la figura di un pastore secondo il cuore di Dio; ed in uno scenario storico più ampio e complesso dei processi culturali, pastorali e politici in corso nella Chiesa cattolica ecco che un pastore con l’esperienza del nuovo Papa, è l’esperienza più vicina a noi missionari, sacerdoti “fidei donum”, che abbiamo scelto di servire quella porzione di popolo di Dio affidatoci. La Chiesa comunità vivente di fratelli e sorelle che si amano nel nome del Signore, si è dotata — lungo la sua storia bimillenaria — di molteplici forme con cui esprimere la sua gratitudine spirituale e/o materiale nei confronti di coloro che, nel corso della loro vita cristiana, si sono distinti per il servizio gratuito e generoso a favore della Chiesa, oggi in modo particolare lo vediamo e lo riviviamo nella figura di Leone XIV. Lo stile e gli orientamenti del nuovo Papa genereranno un radicale rinnovamento nell’interpretazione della teologia e nella stessa pastoralità della Chiesa da Lui guidata. Con il “Dialogo”, e quindi come base la “Pace”, vuole impostare il suo servizio apostolico sul dialogo tra Dio e l’uomo, coinvolgendo tutte le realtà della Chiesa, così come ha fatto in modo particolare intervenendo anche riguardo il Cammino sinodale della Chiesa in Germania, per dare la giusta direzione. Ecco allora che conoscendo la sua spiritualità, le premesse fatte con il suo primo intervento, già si denotano le caratteristiche che sono possedute dal sacerdote – ed ora Pontefice - , ed ovviamente dai sacerdoti e da un sacerdote missionario come lo è stato lui e che sono: la centralità del mistero al Cristo; la Sacra Scrittura come anima del sapere teologico; la teologia dogmatica dai temi biblici, ai contributi dei Padri (orientali e occidentali), ai dogmi storici; l’approfondimento della dottrina; la teologia morale; il diritto canonico e la storia della Chiesa (secondo la costituzione dommatica Lumen Gentium); la liturgia (secondo le norme della costituzione Sacrosanctum Concilium).
Sicuramente sarà un ottimo successore di Pietro!
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